Vedo che sul web circolano tante esperienze di rifiuto volontario all'acquisto di beni e merci. L'ultimo nell'ordine è a questo link. Io questa esperienza l'ho già fatta e la sto continuando a fare da almeno... fatemi pensare... giugno 2010!
Tanto eh?
Quindi mi sono detta che forse è il caso di fare una riflessione scritta e di condividere questa esperienza.
A giugno del 2010 ho deciso che - siccome non avevo un lavoro e non lo avrei avuto a breve e visto che ero appena tornata da nove mesi di Erasmus dove avevo (giustamente) dilapidato i miei risparmi- era il caso di smettere di fare acquisti. Siccome io per carattere non sono capace di trovare da sola le mezze misure mi sono detta che per un periodo di tre mesi non avrei comprato nulla che non fosse cibo o medicine.
I primi momenti sono stati un po' difficili, era anche periodo di saldi. Ho iniziato ad evitare di andare nei centri commerciali o in giro per negozi, preferendo a queste attività cose come fare un giro al mare, una passeggiata coi cani, bere un tè con le amiche... Dopo le prime diciamo tre settimane invece tutto si è mosso in modo più spontaneo e io sono iniziata ad essere molto più critica verso me stessa. Davanti ad una bella vetrina il pensiero non era più "Oh che peccato, lo vorrei comprare ma non posso" ma "Bello! Mi piace ma non mi serve". Perché, believe or not : il 99,99% di quello che compriamo non ci serve. Mi sono resa conto che per quello che mi riguarda in prima persona, negli gli acquisti che facevo le motivazioni alla base erano:
- il desiderio di avere qualcosa di nuovo (a tutti i costi, avrei capito dopo, perché poi non lo so ancora);
- la volontà di prendere un oggetto che soddisfacesse meglio le mie esigenze di qualcosa che già possedevo;
- lo spirito di emulazione: se compri qualcosa tu allora compro qualcosa anch'io;
- la percezione post-acquisto di un sottile senso di rassicurazione: compro quindi esisto e faccio parte della società.
ovviamente queste sono considerazioni e ragionamenti a cui sono arrivata soltanto dopo (a volte molto dopo); con il tempo e l'allenamento al non-acquisto.
Il mio periodo di astinenza totale da acquisti che mi sono imposta era dal primo giugno 2010 al primo settembre 2010.
Mentre maturavo la decisione di fare questo periodo di "depurazione" mi immaginavo che alla scadenza del periodo di astinenza da acquisti, cioè il primo giorno di settembre, mi sarei recata in tutti i negozi dove avevo visto qualcosa di interessante a comprare quello che non mi ero procurata prima. Invece le cose sono andate del tutto diversamente: non solo non mi sono fiondata nei negozi di tutta la Romagna assetata di acquisti, ma mi sono addirittura dovuta forzare per andare a comprare qualcosa per vedere che effetto mi avrebbe fatto. Verso il 4-5 settembre ho raccolto le forze e pochi spiccioli e sono andata a comprare in una profumeria di bassa fascia un mascara (che era l'unica cosa che mi "serviva" visto che il vecchio era finito e non ne ho mai più d'uno aperti); intanto che ero lì ho preso anche due rossetti visto che non ne avevo più nessuno. Ma nessun brivido ha attraversato le mie mani e la mia mente, nessuna emozione, anzi mi era quasi spiaciuto spendere dei soldi in qualcosa di poco utile (soprattutto per quel che riguarda i rossetti). Una ventina di euro in tutto, mica chissà che cifra. Ma a me non era piaciuta come esperienza.
Pensa che ti ripensa sulla mia delusione una ovvia deduzione: abbiamo già tutto quello che ci serve. Ovvio? mica tanto! A volte bisogna un po' usare la fantasia o avere il tempo di aspettare che la soluzione a ciò che ci serve arrivi ma vi garantisco che quello che serve veramente e anche tutto quello che non serve già ce lo abbiamo.
Di qui il passo a capire che viviamo nell'opulenza, tutti noi, nessuno escluso è stato breve. (argomento complicato, farò un articolo a parte)
Ma io allora? Stavo diventando un'aliena? Un individuo astratto dalla società? Una persona isolata in una realtà tutta sua?
No. Stavo iniziando il percorso che mi sta portando oggi a diventare una consumatrice consapevole.
Ora di fronte ad un nuovo acquisto ci sono domande precise che mi pongo:
- Mi serve?
- Mi serve davvero?
- Per fare cosa?
- Perché?
- Sono sicura che a casa non ho già una soluzione a questa necessità? o qualcosa di simile?
- Non posso proprio prescindere da questo acquisto?
- Potrei trovarlo usato?
- Potrei spendere meno e avere qualcosa che mi soddisfi egualmente?
- Potrei farmelo da me?
- Perché lo desidero così tanto?
- Posso aspettare a comprarlo per vedere se mi serve davvero?
- Ho denaro a sufficienza per questa spesa?
- Questo prodotto è testato su animali o è prodotto da aziende che in qualche modo sono connesse ai test sugli animali?
- Esiste la versione biologica o biodinamica di questo prodotto?
- Esiste una versione cruelty-free?
- Chi arricchisco con questo acquisto? Una persona della mia comunità o un indefinita catena di negozi? (la polemica sul fatto che le grandi catene multinazionali non pagano l'IVA ve la risparmio)
- Questo prodotto esiste artigianale o a chilometri zero?
- Esiste un prodotto simile che abbia inquinato meno nel suo processo di produzione e commercializzazione?
- Sono disposta a pagare il costo "energetico" e ambientale di questo oggetto e rendermene responsabile con il mio acquisto?
- Vale quello che costa?
- è solo per farmi un regalo e soddisfare un mio vezzo?
- è un auto-regalo? per cosa? me lo merito? posso aspettare? posso darmi un obiettivo per "meritarmelo"?
- Ne sono consapevole?
- è quello che voglio davvero o solo qualcosa che ci assomiglia ma non ha tutte le caratteristiche per soddisfarmi?
- Sono sicura che lo voglio comprare?
In merito al penultimo punto vorrei solo aprire una parentesi: mi sono resa conto che molti miei acquisti erano il risultato del tentativo di soddisfare un desiderio (ben chiaro nella mia mente): volevo possedere un determinato oggetto, fatto in un preciso modo e in qualche modo avevo trovato qualcosa che si avvicinava a quell'oggetto ideale. Ma che al tempo stesso non mi soddisfaceva del tutto. Il risultato era quindi che il mio desiderio restava irrealizzato e mi continuava a spingere verso nuovi acquisti. Ad esempio: sono due anni che cerco una borsa fatta in un determinato modo e molte sono stata sul punto di comprarne una che era vicina al mio modello ideale; sono stata sul punto ma visto che non mi soddisfaceva completamente non l'ho presa. Perché alla fine avrei accumulato borse che mi soddisfacevano solo in parte e che si sarebbero sommate alle già troppo numerose borse che ho. Se devo comprarne una deve essere quella che desidero al cento per cento, niente di meno. Può sembrare arrogante metterla su questo piano però credo che ognuno di noi, me compresa, sia libero di decidere se e come spendere denaro e io non lo spendo se non per qualcosa che mi soddisfa in tutto e per tutto.
Sia ben chiaro non è che non io non compri più nulla per vezzo, ma quando lo faccio almeno ne sono consapevole e lo faccio per scelta, non guidata da sottili meccanismi di compulsione all'acquisto. Non mi sento completamente immune alle strategie marketing ma per lo meno sento di aver messo un buon filtro. Non mi sento diversa perché a 28 anni compro se posso usato (e lo regalerei pure dell'usato, ma molte persone si sentono offese nel ricevere un regalo di compleanno preso al mercatino- allora regalo le mie marmellate). Non mi vergogno a chiedere a chi mi vuole fare un regalo esattamente quello che desidero (di solito un massaggio o un trattamento e estetico, a meno che non ci sia qualcosa che mi piace che a comprarla coi miei soldi mi sentirei in colpa) e non mi vergogno nemmeno a chiedere di cambiare un regalo se non mi piace. D'altronde se una persona mi conosce bene e mi è davvero vicina il regalo non lo sbaglia, se si sbaglia o non mi conosce bene e allora io mi devo far conoscere meglio, o non gliene importa e quindi anche se cambio il regalo non cambia nulla. Ma sto andando fuori tema ed è meglio chiudere.
Va bè, insomma, io sono quasi due anni che compro poco e mirato. Perché non accumulare oggetti permette di avere meno cose (rifiuti) da smaltire poi e più ordine e linearità nel presente. è come non ingrassare e restare magri sempre, pur concedendosi qualche golosità di tanto in tanto :)
ma come cavolo è che pure avendoti nel feed mi perdo sempre i tuoi post?? uff....questo poi è un contrappunto perfetto al post che ho scritto ora...http://minimalitaly.blogspot.it/2012/04/smartphone-e-percentuali.html stavo quasi per comprare uno smartphone inutile oggi...pensa tu! meno male che questa cosa del minimalismo m'ha fatto scattare "il filtro" e ho riflettuto meglio... :D
RispondiEliminaMia cara, non domandare a me questioni tecnologiche! Questo blog è un miracolo, nonostante le mie capacità esiste! :D
RispondiEliminaPer lo smartphone... ti dico la verità: sono per ora contenta di essere più intelligente del mio telefono!